Chi siamo?
Chi siamo? Persone normali (si fa per dire). Un gruppo di giovani (si fa per dire) donne e uomini che nel 2008, quando erano giovani davvero, hanno deciso di cominciare ad agire per cambiare per quanto possibile i propri comportamenti quotidiani e scegliere le alternative più sostenibili in quasi ogni aspetto della vita. E hanno deciso di farlo insieme, perché da soli si sentivano isole, pieni di bei princìpi ma senza la bellezza del dialogo, del confronto, della riflessione collettiva.
Non hanno mai pensato di potersi e poter dare risposte definitive, ma di domande se ne fanno sempre molte e nel loro piccolo pensano di aver abbozzato negli anni delle risposte se non altro oneste e piene di entusiasmo.
Ognuno di loro, per arrivare a fine mese, fa almeno tre lavori. Ma è più forte di loro: non possono fare a meno di impegnarsi dentro Spazio etico, perché non vogliono essere isole, ma promuovere spazi e tempi da vivere insieme agli altri, sempre nel rispetto della dignità umana, dell’ambiente e di tutti i suoi abitanti.
I comportamenti virtuosi fanno bene a noi, alla società e all’ambiente, per questo il nostro obiettivo è diffondere le buone pratiche.
«Un bel giorno, incoraggiata dall’uso massiccio di concimi chimici da parte degli agricoltori circostanti, una piccola alga verde comincia a prosperare in un grandissimo stagno. Anche se la sua diffusione annua è rapida nessuno se ne preoccupa. […] Forse ci si comincerà a preoccupare quando l’alga avrà colonizzato la metà della superficie, facendo sorgere una minaccia di eutrofizzazione, cioè di asfissia della vita acquatica. […]
Sarebbe urgente riscoprire la saggezza della lumaca. Infatti la lumaca non solo ci insegna la necessaria lentezza. La lumaca costruisce la delicata architettura del suo guscio aggiungendo una dopo l’altra delle spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare delle circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. Invece di contribuire al benessere dell’animale, lo graverebbe di un peso eccessivo. […] Superato il punto limite dell’ingrandimento delle spire, i problemi della crescita eccessiva si moltiplicano in progressione geometrica, mentre la capacità biologica della lumaca può seguire soltanto, nel migliore dei casi, una progressione aritmetica.
Questo divorzio della lumaca dalla ragione geometrica, che per un periodo aveva anche lei sposato, ci mostra la via per pensare una società della decrescita, possibilmente serena e conviviale».
da Breve trattato sulla decrescita serena di S. Latouche