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Chi siamo?

Spazio etico nasce per volontà di un gruppo di amici accomunati dal desiderio di immaginare altri modi di stare al mondo. Nel 2007 cominciarono a incontrarsi ogni lunedì sera scambiandosi idee, punti di vista, emozioni sui grandi temi come la biodiversità, i diritti umani, la questione dei rifiuti, la cultura come forma di liberazione del pensiero. Hanno capito che per loro una rivoluzione poteva iniziare unicamente dalle piccole cose e hanno deciso di cominciare ad agire per cambiare per quanto possibile i propri comportamenti quotidiani e scegliere le alternative più sostenibili in quasi ogni aspetto della vita. Hanno deciso di farlo insieme, perché da soli si sentivano isole, pieni di bei princìpi ma senza la bellezza del dialogo, del confronto, della riflessione collettiva. Così nel 2008 viene fondata ufficialmente Spazio etico.
Non hanno mai pensato di potersi e poter dare risposte definitive, ma di domande se ne fanno sempre molte e nel loro piccolo pensano di aver abbozzato negli anni delle risposte se non altro oneste e piene di entusiasmo.
La pandemia del 2020 ha frenato l’organizzazione di iniziative aperte al pubblico, che piano piano stanno riprendendo vita. Ma ciò che ci è apparso chiaro anche negli anni più difficili è che Spazio etico, a prescindere dalle singole attività, esiste come forma mentis.

I comportamenti virtuosi fanno bene a noi, alla società e all’ambiente, per questo il nostro obiettivo è diffondere le buone pratiche.

«Un bel giorno, incoraggiata dall’uso massiccio di concimi chimici da parte degli agricoltori circostanti, una piccola alga verde comincia a prosperare in un grandissimo stagno. Anche se la sua diffusione annua è rapida nessuno se ne preoccupa. […] Forse ci si comincerà a preoccupare quando l’alga avrà colonizzato la metà della superficie, facendo sorgere una minaccia di eutrofizzazione, cioè di asfissia della vita acquatica. […]

Sarebbe urgente riscoprire la saggezza della lumaca. Infatti la lumaca non solo ci insegna la necessaria lentezza. La lumaca costruisce la delicata architettura del suo guscio aggiungendo una dopo l’altra delle spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare delle circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. Invece di contribuire al benessere dell’animale, lo graverebbe di un peso eccessivo. […] Superato il punto limite dell’ingrandimento delle spire, i problemi della crescita eccessiva si moltiplicano in progressione geometrica, mentre la capacità biologica della lumaca può seguire soltanto, nel migliore dei casi, una progressione aritmetica.

Questo divorzio della lumaca dalla ragione geometrica, che per un periodo aveva anche lei sposato, ci mostra la via per pensare una società della decrescita, possibilmente serena e conviviale».

da Breve trattato sulla decrescita serena di S. Latouche